Roy Lichtenstein nacque il 27 ottobre 1923 a New York, in una famiglia ebrea benestante. Suo padre, Milton Lichtenstein, era un agente immobiliare di successo, mentre sua madre, Beatrice, era casalinga e appassionata d'arte. Questo ambiente comodo, ricco di stimoli culturali, permise a Roy di sviluppare fin da giovane un interesse per il disegno, il jazz e la fantascienza, passioni che avrebbero pervaso gran parte del suo lavoro successivo.
Frequentò la Franklin School for Boys di Manhattan e successivamente studiò belle arti all'Università Statale dell'Ohio. I suoi studi furono interrotti dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale servì nell'esercito degli Stati Uniti. Al suo ritorno, riprese gli studi e iniziò a insegnare in varie istituzioni, tra cui la Rutgers University, dove incontrò Allan Kaprow, uno dei precursori dell'arte performativa. Questo incontro influenzò profondamente il pensiero di Lichtenstein sui confini dell'arte.
All'inizio degli anni '60, Lichtenstein fece un cambiamento radicale nella sua direzione artistica. Stanco del predominio dell'Espressionismo Astratto, che considerava troppo serio ed emotivamente saturo, iniziò a sperimentare con le immagini dei fumetti. La sua opera Look Mickey, realizzata nel 1961, segnò un momento cruciale: presentava un'immagine riconoscibile di un cartone animato resa con i punti Ben-Day, una tecnica utilizzata nell'industria della stampa commerciale per creare sfumature e variazioni di colore.
Da quel momento in poi, Lichtenstein sviluppò uno stile inconfondibile, caratterizzato da contorni audaci, colori piatti e l'uso dei punti per imitare l'aspetto dei fumetti stampati. La sua opera era sia una celebrazione che una critica della cultura di massa e dei consumi. Opere come Whaam! (1963) e Drowning Girl (1963) sono diventate icone del movimento Pop Art, mettendo in contrasto il melodramma con una precisione meccanica.
Una delle maggiori contribuzioni di Lichtenstein fu la sua capacità di trasformare immagini quotidiane e banali in opere d'arte di alta classe, spingendo lo spettatore a confrontarsi con il confine tra arte commerciale e arte fine. Il suo lavoro non fu privo di controversie: i critici lo accusarono di plagiare gli artisti di fumetti, ma Lichtenstein difese sempre le sue reinterpretazioni come trasformazioni concettuali.
Nel corso dei decenni successivi, Lichtenstein ampliò il suo campo, cimentandosi in sculture, murales e reinterpretazioni di opere di artisti come Picasso, Monet e Van Gogh. La sua serie Brushstrokes (1965–1966) imitava con astuzia i tratti gestuali dell'Espressionismo Astratto, ma li rendeva nel suo stile meccanico, parodiando lo stesso movimento che un tempo aveva dominato il mondo dell'arte.
Negli anni '80 e '90, Lichtenstein continuò a innovare, realizzando opere monumentali nello spazio pubblico e esplorando tematiche come l'arte déco, il surrealismo e la storia della pittura stessa. Creò anche opere che riflettevano sull'artificio della prospettiva e sull'illusione dello spazio, sempre attraverso il suo sguardo ironico e distaccato.
Roy Lichtenstein morì nel 1997, ma il suo lascito rimane profondo. Le sue opere fanno parte delle collezioni più importanti in tutto il mondo, dal MoMA di New York alla Tate Modern di Londra. La sua influenza è visibile nella pubblicità, nel design grafico e persino nella cultura digitale, cementandolo come uno degli artisti più importanti del XX secolo.
Con umorismo, chiarezza e un tocco di provocazione, Lichtenstein ha ridefinito ciò che l'arte poteva essere. Ha trasformato il banale in monumentale e ha insegnato a generazioni di spettatori a vedere l'incredibile nell'ordinario.